domenica 28 giugno 2015

La Fiera di Friedrichshafen 2015

Friedrichshafen è stato un luogo del mio immaginario fin da quando ne ho sentito parlare la prima volta, vale a dire pochi anni dopo essere diventato radioamatore, più di venti anni fa...
E lo resterà per sempre, nonostante il fatto, o forse meglio, a causa del fatto di esserci stato ieri.
Bisognava andarci prima o poi, se non altro per capire che non è quello che era.

L'ingresso Nord della Fiera di Friedrichshafen



La Fiera di Friedrichshafen, nei primi anni della mia esperienza di radioamatore, rappresentava una specie di tempio del radioamatore, un posto in cui si riuscivano a trovare oggetti e componenti che caratterizzano l'hobby del radioamatore e soprattutto dell'autocostruttore elettronico.
Si trattava della porta verso i paesi dell'ex-blocco sovietico, quindi una specie di miniera di alta tecnologia a prezzi d'affare.
Chi ne tornava, raccontava, quasi favoleggiando, di surplus di altissima qualità, componenti elettronici di livello industriale e militare, apparati radio dalle prestazioni eccezionali acquistati a prezzi (relativamente) stracciati.
E soprattutto Friedrichshafen era raccontata come grande, grandissima al punto che servivano almeno due giorni per apprezzarla appieno.

Fintanto che ho abitato a Roma, raggiungere la Fiera di Fredrichshafen significava per me un investimento di tempo e soldi non facilmente realizzabile, ragione per la cui non era mai avvenuto. Eppure di voglia ce n'era.
Sentivo colleghi di radio trovare bed-&-breakfast d'affare, organizzarsi con camper o squadre di automobili. Ma per un motivo o per l'altro, l'impegno non sembrava alla mia portata e puntualmente ne rimanevo fuori.
E così questo lungo nome rimaneva per me un posto leggendario.

Fino a ieri

Un paio di settimane fa Vittorio IK4IRO mi chiama e mi dice che un gruppo di radioamatori di Verona aveva organizzato un pullman per andare a Friedrichshafen e tornare nello stesso giorno.
Sì: nello stesso giorno.
Questo è un'altro vantaggio di vivere quassù vicino al Po: riesci a fare gite di un giorno in Svizzera o in Austria. O addirittura in Germania!
Il prezzo più che abbordabile, che includeva anche il biglietto di ingresso, non ha lasciato spazio a ripensamenti ed il sì è stato d'obbligo.

Siamo partiti, dunque, alle 3 del mattino da Modena alla volta di Verona e lì il pullman ci ha raccolto (il termine è appropriato...) per partire verso Friedrichshafen passando per Milano, Chiasso, Lugano e così via. Un viaggio di circa 6 ore. Il pullman non è stato purtroppo all'altezza della necessità: piccolo, scomodo (per chi come me ha gambe lunghe) e con rottura del condizionatore al ritorno. Bah!
L'andata comunque è passata in fretta e alle 11 eravamo all'entrata. Considerando che la Fiera chiude alle 18, il tempo per girarla era senz'altro era sufficiente.

Finalmente a Friedrichshafen. Sì ma quale? Non certo quella dei mitici racconti di 20 anni fa. Considerando quanto ho visto, penso di poter dire che questa fiera mantiene il nome e qualche caratteristica di quella, ma è evidentemente e profondamente diversa.

Intanto si svolge nei padiglioni della "Nuova Fiera", per cui i vecchi capannoni della vecchia fiera non li vedrò mai e mai più.

Di padiglioni di surplus e componenti particolari ce ne erano solamente due e, sinceramente, il materiale esposto mi sembrava molto più vicino ai soliti svuotamenti di magazzino o a elettronica di stock di tecnologia recente, che ai fantastici componenti di alta tecnologia europea e russa di cui si parlava in passato.

Nulla di quella roba mi ha davvero impressionato. Sicuramente c'erano molti apparati e strumentazione usata, quello sì, ma niente di veramente particolare.
In molti dicevano, e potrei quasi essere d'accordo, che probabilmente c'è molta più varietà e quantità di esposizione a Marzaglia!

Sul lato Sud, si trovava il padiglione del Nuovo, cioè  apparati e strumenti nuovi venduti da commercianti veri e propri, a prezzi sicuramente non da fiera.

Unica novità davvero positiva, e senz'altro segno di questi tempi, che mi spinge ad essere un Radioamaker, era il primo padiglione completamente dedicato ai Makers! Makers di ogni tipo, elettronici, micro controllori, Arduino, ma anche molti altri Makers di tutte le possibili discipline e tecniche.
Il Padiglione di Makers
Quella presenza mi ha fatto piacere, anche se rappresentava un'ulteriore conferma che quella fiera non era assolutamente quello di cui avevo sentito parlare tanti anni prima.

Altro aspetto davvero positivo è avere incontrato alcuni del gruppo di Roma! Ho rivisto il grande Presidente Giordano IK0XFC, Giorgio IW0FCH e Stefano IZ0MJE, ed è stato davvero un tuffo al cuore poterli riabbracciare!

Tutto sommato è stata una buona giornata, anche se molto faticosa, visto che sono tornato a casa alle 2 di notte.

Mi sono tolto quindi questa curiosità: potrò dire di esserci stato, anche se quella Friedrichshafen dei miei sogni rimarrà sempre una storia da immaginare.

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