giovedì 25 dicembre 2014

IoT: una nuova rivoluzione wireless

Dopo la SDR, ho ancora la fortuna di assistere ad una nuova sintesi tecnologica, dalle premesse davvero interessanti, direi potenzialmente rivoluzionarie.
Ed anche in questa sintesi, la radiofrequenza dimostra la sua forza innovativa, capace di cambiare radicalmemte il modo in cui le attività più importanti della nosta vita vengono realizzate.

Con la Software Defined Radio (SDR) è avvenuta una sintesi tecnologica molto importante, quella tra il wireless è l'informatica. La crescente potenza di calcolo dei processori, la crescente velocità di accesso alla memoria e il calo dei costi di questi dispositivi ha permesso il realizzarsi del sogno dei matematici di due secoli fa, ovvero quello di poter controllare e modificare grandezze fisiche attraverso l'applicazione di formule matematiche.
La SDR ha realmente rivoluzionato il mondo delle telecomunicazioni, anche se tale rivoluzione è abbastanza nascosta al grande pubblico, il quale riesce solo a vederne gli effetti ma non le modalità. 
Per non parlare di noi Radioamatori, che probabilmente, salvo eccezioni, non abbiamo mai capito la rivoluzionarietà della SDR, continuando magari a pensarla come concorrente dell'apparato "classico" per fare il solito QSO in HF o per ascoltare una stazione DX.
Quando teniamo in mano uno smartphone, magari un 4G, siamo del tutto ignari di quanta SDR c'è là dentro. La stessa rete 3G/4G è ormai realizzata con dispositivi riconfigurabili, che possono modificare la natura dell'emissione radio per via programmatica. Smartphone e reti stanno cambiando la nostra vita, e dentro c'è l'SDR, ma nessuno ci pensa, forse...

Ma un'altra rivoluzione è in arrivo. E questa sì sarà sotto gli occhi di tutti. Entrerà nelle case, negli oggetti di ogni giorno. Pervaderà il nostro tempo, ci seguirà attraverso smartphone e tablet e renderà possibile un livello di coscienza degli eventi del mondo mai raggiunto prima.
Sto parlando dell'Internet delle Cose o Internet of Things, IoT.
l'IoT è la capacità di avere disponibile via Internet la conoscenza degli eventi che avvengono in oggetti che si trovano in qualsiasi altra parte del Pianeta. E non sto parlando di pochi oggetti, ma magari di tutti i dispositivi elettrici, elettromeccanici ed elettronici che fanno parte della nostra vita, nella nostra casa, nel nostro ufficio o officina o negozio. E non solo conoscenza: anche interazione, ovvero poter controllare a distanza il comportamento di questi oggetti, sempre attraverso la rete.
Sto quindi parlando dell'interconnessione di diverse centinaia, forse migliaia, di miliardi di dispositivi e lo scambio di una quantità enorme di informazioni attraverso la rete, che dovrà identificare tutti questi punti di contatto con i nuovi indirizzi IPv6 - si pensa dovrebbero bastare...
E certamente questa rivoluzione ci cambierà. Proprio come la telefonia cellulare ha cambiato profondamente il modo in cui organizziamo la nostra vita, l'IoT cambierà il modo in cui organizziamo il nostro ambiente anche quando siamo distanti da esso, e creerà nuovi comportamenti ed abitudini impossibili senza una comunicazione continua tra noi e le nostre cose.

E ancora una volta la Radiofrequenza permette una rivoluzione. E' dai tempi di Guglielmo Marconi che lo fa, e lo fa ancora ed ancora.
Nell'Internet delle Cose la radiofrequenza è protagonista assoluta
La comunicazione degli oggetti con la rete avverrà principalmente con reti WiFi, salvo poche eccezioni. Il cablaggio fisico può essere utilizzato per impianti principali, ma non ha nè l'estensibilità nè la flessibilità necessaria alla varietà di cose ed eventi che verranno immessi in rete.
La mobilità è un'altro aspetto importante dell'IoT, ed essa è resa possibile dalle reti mobili che porteranno l'uso della radiofrequenza (attraverso - già - l'SDR) a livelli tecnologici imprevedibili.
La necessità di banda passante sempre maggiore renderà la radiofrequenza un bene strategico primario.

La grande diffusione attesa per l'IoT farà nascere la voglia di poterla conoscere e sperimentare in prima persona, poterci mettere le mani dentro direttamente, da soli, con l'approccio del Maker.
I segnali di questo interesse a livello personale già si vedono e non mancherò di parlarne nei prossimi post.

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