sabato 22 novembre 2014

RadioaMaker: l'evoluzione di uno spirito immutato

Le motivazioni che sono alla base di tutto ciò per cui spendiamo la parte più preziosa del nostro tempo, sono legate strettamente a quello che la nostra attività può creare e provocare nel ambiente che ci circonda.
Se ti accorgi che ciò che fai non ha una buona risonanza nel contesto e nelle persone che ti circondano, devi riflettere se quello che stai facendo sta davvero lasciando l'impronta che pensavi e se ti sta portando davvero dove volevi arrivare.
In certi casi il cambiamento non è abbandonare semplicemente l'opera che si stava facendo, ma anzi permettere ad essa di crescere migliore, accettando che la realtà cambia e perciò puoi essere te stesso solo se cambi insieme a lei.

E' per questo che vorrei, da ora in poi definirmi un Radioamatore Maker, o meglio, un RadioaMaker.



Ricordo bene quando diventai radioamatore, negli anni dell'università. 
Fu una decisione fulminante, una specie di illuminazione che non mi lasciò alcun dubbio: un'opportunità unica per riempire il vuoto di senso e di pratica dello studio iper-teorico dell'Ingegneria Elettronica all'Università ed oggettivare con l'applicazione e la manualità le conoscenze acquisite.


Da allora ne sono successe di cose. Ho scoperto quante sfaccettature avesse l'attività radioamatoriale e quante diverse attività ed incontri potesse causare, e la cosa mi piaceva molto.

Con il passare degli anni le cose ovviamente cambiavano: io cambiavo, il mio tempo cambiava, le persone che avevo vicino cambiavano.

Ricordo quando nel 2007 capii una cosa importante: il tempo è troppo prezioso per utilizzarlo senza che ciò che fai lasci una traccia, una scia di cui altri possano trarre un minimo di senso positivo, utile e costruttivo.
Mi ricordo che questa riflessione la feci il giorno del mio compleanno di ritorno dalla Fiera di Pordenone.
Un'altra riflessione importante che feci in quel periodo era quella di quanto fosse necessario identificare l'approccio radioamatoriale dentro le diverse attività facenti parte del mondo dei Radioamatori, per capire quali meritassero di essere approfondite e ulteriormente sviluppate e quali invece potessero essere messe da parte.
In particolare mi faceva rabbia sentire come alcuni "anziani" decretassero che ormai il radioantismo non esisteva più solamente perchè non vedevano intorno a loro l'eterna ripetizione di pratiche ormai senza valore o l'uso di tecnologie ormai acquisite e incapaci di dire nulla di nuovo ai giovani.
Fu quello il motivo per cui, per esempio, cominciai a concentrarmi e ad interessarmi alla SDR, perchè vedevo in essa la stessa carica innovativa che animava Guglielmo Marconi quando sperimentava le scoperte radioelettriche del suo tempo - e non di 40 anni prima!!

Da allora sono passati altri 7 anni, e la realtà del nostro mondo sta cambiando ancora.

La stessa relazione tra i giovani e la tecnologia non è quella di 20 anni fa e nemmeno quella di 10 anni fa. E' diversa. Anche la percezione di cosa sono comunicazioni radioelettriche e del valore che esse anno nella realtà di tutti i giorni è cambiata. Non può tornare quella di 20 anni fa e non è giusto nemmeno aspettarselo. E non è giusto nemmeno credere che la vera eccellenza tecnica sia solo quella di tanti anni fa - e che invece oggi è tutto finito.

Guardandomi intorno vedo che la tecnologia dell'elettronica e dell'automazione sta penetrando all'interno di tantissime cose, molte, molte di più di quanto fosse 10-20 anni fa.
La diffusione dell Open Source nel SW e nell'HW ha reso possibile la diffusione di massa di strumenti che prima erano solo appannaggio di laboratori di alto livello e cicli di produzione industriale. L'elettronica e l'automazione a basso costo entra negli oggetti più diversi, nei muri delle case come Domotica, nell'integrazione di oggetti di ogni giorno come Internet of Things, persino nei vestiti come Wearables.
C'è in giro una coscienza che la tecnologia non si può solo guardare e comprare a scatola chiusa, ma si può utilizzare come strumento per fare qualsiasi cosa.

Fare = Make

A mio avviso l'approccio del Radioamatore deve rimanere quello di sapersi avvicinare alla tecnologia con l'idea di saperla sempre sperimentare con successo. Se la tecnologia cambia, cambiano anche gli ambiti della sperimentazione, senza cambiare approccio.
Il Radioamatore è nato Autocostruttore fin dalle origini, per cui non può rimanere insensibile alla spinta rivoluzionaria del Movimento dei Makers.
L'esperienza nell'ambito dell'elettronica e dell'autocostruzione, unita all'immancabile Ham Spirit, non può che desiderare di interagire con tecnologie di automazione, di controllers, di Arduino e Raspberry, con strumenti di produzione digitale come CNC in kit e stampanti 3D.
La conoscenza del radiantismo e della radiofrequenza diventa a questo punto un plus che i Radioamatori possono e devono condividere con i Makers, ottenendo in cambio quella spinta innovativa e di entusiasmo che altrimenti sarebbe impossibile trovare, ripetendo eternamente le vecchie cose della Radio di 10-20 anni fa.

Ecco la mia definizione di RadioaMaker. E con questo spirito che voglio dare il valore al mio tempo.
Il desiderio e la spinta restano immutate, grazie al saper cambiare insieme al nostro tempo.


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