mercoledì 25 aprile 2012

Trasloco forzato


La monobanda dei 20m della Sala Radio si staglia ancora una volta nell'azzurro del cielo modenese.
E' una delle ultime domeniche in cui lei, insieme ad altre monobanda HF sue pari, e ad una moltitudine di antenne per bande superiori, anche di molto, vedrà questo cielo da via del Tirassegno.
Ed io ho fatto appena in tempo per vederla nel posto in cui sta da quasi 10 anni.
E' una giornata ventosa, che sferza chi sta disinstallando questi gioielli di alluminio, e aggiunge fastidio ad un filo di amarezza.










La novità è che la Sezione ARI di Modena deve lasciare le sale del dopolavoro di via del Tirassegno dopo quasi sedici anni di permanenza.
Sia ben chiaro: io da ultimo arrivato non posso essere minimamente in grado di capire ed esprimere le emozioni che sicuramente proveranno coloro che quella sede l'hanno vissuta per tanti anni, spendendoci tempo ed energie in attività sia di carattere aggregativo che operativo; che hanno creato e coltivato e, ahimè, magari anche perso amicizie, ma sempre con lo spirito di promuovere per sé e per gli altri la passione per le attività radioamatoriali.
E in realtà non ho potuto, con mio grande rammarico, neanche accedere alla bellissima Sala Radio, ricca, ricchissima di apprecchiature e strumenti di ogni tipo, il sogno realizzato in Terra di qualsiasi Radioamatore che ami l'attività on-air e di contest.

Per quel che mi riguarda, posso solo intuire l'entità del cambiamento ed esprimere l'impressione che questa circostanza mi genera.
Questo cambiamento prelude sicuramente ad una temporanea riduzione delle possibilità della Sezione di operare nel modo in cui l'ha fatto finora.
L'assenza di un'area dove installare almeno un paio di antenne ed avere una stazione nelle vicinanze è sicuramente una limitazione pesante. Non sono a conoscenza di quante apparecchiature erano installate e funzionanti nella Sala Radio, ma erano tante, tra apparati, lineari, strumenti e computers. C'era anche un ripetitore attivo della rete Echo-Link, il sistema ibrido che instrada su Internet le voce, lasciando alla radiofrequenza l'ultimo miglio.
Farne a meno sarà dura, e inevitabilmente provocherà dei cambiamenti, in termini di partecipazione attiva.

Dico però "temporanea riduzione" perchè molto dipenderà dalle ambizioni e dalle energie di chi crede ancora nella missione di una Sezione ARI di promuovere la sperimentazione di attività di telecomunicazione.
Per esempio, sicuramente per un po' non avremo un postazione per organizzare la partecipazione a contest, ma sarà importante avere l'immaginazione e la voglia di concentrarsi inizialmente su altri tipi di attività, e poi di ricercare opportunità future per ricreare almeno in parte le originarie condizioni operative.
Ci sono poi attività che prescindono dalle dotazioni di apparecchiature, e che comunque hanno un forte impatto nel tessuto sociale che circonda la Sezione, come scuole ed altri enti culturali.
Spero davvero, e penso accadrà, che il cambiamento forzato non intacchi l'entusiasmo di chi ha ancora voglia di dimostrare che la radiocomunicazione è sempre vitale e ricca di spunti per tutti.

Pare che saremo ospitati dal Planetario Civico di Modena a partire già da Maggio. E' una circostanza che imporrà alla Sezione di collaborare in ambito scientifico e sperimentale nel campo dell'osservazione astronomica.
Sarà un obbligo perchè ovviamente la disponibilità e, presumo, anche la liceità ad ospitarci è subordinata al reale valore di carattere scientifico e tecnologico che la nostra presenza potrà portare.
Credo che questa sia una opportunità. Come dicevo prima, forse in un primo tempo, questo significerà dover spostre il fuoco da attività tipo contest ad attività di tipo scientifico.
Ma come si sa, da cosa nasce sempre cosa, e se manterremo costante la voglia innata del Radiomatore di riuscire a fare quello che si voleva, ci saranno sicuramente nuovi tempi di eccellenza.

Aggiungerei pure, che di eccellenza la nostra povera società italiana, tristemente in declino, ne ha bisogno più del pane e spero che anche di questa responsabilità potremo, come Radioamatori Italiani, farci carico.

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